Tumori del cavo orale: «La prevenzione comincia dal dentista»

Negli ultimi mesi, il dottor Paolo Piacentini durante le visite di controllo che esegue regolarmente nel suo studio ha osservato un dato che non può lasciare indifferenti:


«Abbiamo registrato almeno cinque o sei casi di carcinoma del cavo orale in meno di tre settimane – afferma – È un segnale che impone una riflessione seria sulla prevenzione».
Il tumore del cavo orale, spesso sottovalutato, può manifestarsi con lesioni apparentemente innocue: «Il tempo si conferma un fattore decisivo, intercettare precocemente grazie all’occhio esperto del dentista può fare la differenza».


La prima linea di difesa è l’odontoiatra: «Durante le visite di routine, il dentista ha il compito di osservare attentamente la mucosa orale, riconoscere lesioni sospette e, se necessario, intervenire o indirizzare il paziente agli specialisti».


Anche l’igienista dentale, se adeguatamente formato, può contribuire a questo processo di sorveglianza. Le lesioni da tenere sotto controllo includono quelle legate al papilloma virus (HPV), il lichen planus e le cosiddette “lesioni bianche”. «Non tutto è pericoloso – precisa il dottore –, ma alcune possono evolvere in forme tumorali. E per questo che serve personale qualificato, capace di distinguere e agire». In molti casi, il paziente non avverte sintomi evidenti, e proprio per questo la visita odontoiatrica assume un valore diagnostico che va oltre la salute dentale.
Per lo screening, esistono strumenti specifici, come lampade che evidenziano le zone da attenzionare. «Non sostituiscono l’occhio clinico», sottolinea Piacentini, «ma aiutano a non perdere segnali importanti».


L’uso di queste tecnologie, se integrato con l’esperienza del professionista, consente di affinare la capacità di intercettazione precoce.
La gestione varia in base alla natura della lesione. Se si tratta di una forma precancerosa, come un papilloma, il dentista può procedere con l’asportazione e la biopsia. «In questi casi», spiega, «l’esame istologico è fondamentale per decidere il percorso successivo».
Il referto, infatti, orienta il clinico verso una sorveglianza attiva o verso il rinvio a strutture specialistiche.
Se invece la lesione è già un carcinoma squamocellulare, il rinvio deve essere immediato: «Non si può aspettare. Il paziente va indirizzato subito al reparto specialistico, con un’impegnativa medica. La terapia, che può includere chemioterapia o radioterapia, sarà gestita dall’oncologo».

Secondo Piacentini, è importante che anche il paziente sia informato e consapevole, la prevenzione, in questo senso, non è solo clinica, ma anche culturale

«Chi fuma, consuma alcol in modo eccessivo o ha familiarità con patologie oncologiche dovrebbe sottoporsi a controlli regolari, serve una maggiore sensibilizzazione, anche attraverso campagne mirate, perché il tumore del cavo orale non è raro come si pensa».

Attenzione, competenza e tempestività: Il dentista non cura solo i denti, può salvare vite.